Dipendenza

Nell’ultimo decennio il concetto di Dipendenza si è ampliato notevolmente, comprendendo non solo il consumo di sostanze (eroina, tabacco, alcol) ma anche attività socialmente accettate. Nascono, quindi, le Nuove Dipendenze o New Addiction, come dipendenza da gioco d’azzardo, sesso, lavoro, shopping compulsivo e Internet.

Dipendenza da gioco d’azzardo

Oggi più che mai sembra opportuno parlare del Gioco d’azzardo Patologico (GAP) che è una vera e propria forma di dipendenza. Il gioco d’azzardo rientra nello specifico nei giochi di alea, ovvero giochi dove il fattore di vincita è il caso, la “fortuna”. Esso, dunque, non è altro che una scommessa su ogni tipo di evento o esito incerto in cui non è la persona a determinarne l’esito.

In questi casi il gioco non ha più la funzione di svago, piacere e socializzazione, diventa l’unico modo per cambiare la propria situazione attuale, riponendo in esso tutte le speranze. Ciò comporta dei grossi costi individuali, sociali ed economici. A questo punto, infatti, il gioco d’azzardo diventa patologico, creando forte preoccupazione  nei familiari della “vittima”.

L’insorgenza del GAP non può essere attribuita a singole cause, ma alla presenza di più fattori quali variabili sociodemografiche e genetiche come il sesso, l’età, il livello di istruzione, la condizione economica ed il nucleo familiare; alcune caratteristiche di personalità e variabili cognitive.

Custer nel 1982 mette a punto un modello delle fasi che il giocatore attraversa:

  • Fase Vincente. La persona gioca per puro divertimento; dura circa dai 3 ai 5 anni e in questo periodo il giocatore ha la “fortuna” di vincere, che va a rinforzare il suo comportamento a giocare.
  • Fase Perdente. Il gioco non è più un passatempo, ma diventa un obbligo, inteso come il bisogno compulsivo di giocare sempre di più sia in termini di tempo sia di denaro. Il giocatore insegue la perdita e gioca principalmente per recuperare il denaro perduto, cosa impossibile. In questa fase iniziano le bugie ai familiari, piccoli o grossi furti e/o richiesta di denaro ad amici, parenti. Il gioco d’azzardo, in questa fase, diventa ufficialmente patologico ma, difficilmente, la persona si chiederà come uscirne.
  • Fase Della Disperazione. Il giocatore perde ogni controllo sul gioco. Continuerà comunque a giocare con la consapevolezza che perderà.
  • Fase Cruciale. È la fase in cui la famiglia, stanca delle bugie e dei soldi che spariscono  mette alle strette il giocatore ed iniziano a chiedersi come poterlo aiutare.
  • Fase Critica. Il giocatore riconosce e accetta di avere un problema, messo anche alle strette dai propri familiari e cerca aiuto.
  • Fase di Ricostruzione. È il momento di un miglioramento dei rapporti con i familiari e con se stessi.
  • Fase di Crescita. Si guarda in modo lucido alla patologia e si recuperano i rapporti con la famiglia.

Come intervenire

Il primo passo per affrontare la dipendenza da gioco d’azzardo è riconoscere di avere un problema. Ammettere che da soli non ce la possiamo fare e abbiamo bisogno di qualcuno che ci guidi e indichi la strada giusta da percorrere. Le bugie non fanno che alimentare il fuoco. Siate sinceri con voi stessi e con le persone care e dite di avere un problema. Quindi affidatevi ad uno specialista esperto del problema. 

La dipendenza infatti richiede un intervento specifico e un progetto terapeutico ad hoc per la persona. 

Dipendenza da internet

La Dipendenza da Internet, nota anche come Internet Addiction Disorder (IAD) è un disturbo legato all’utilizzo intenso e ossessivo di internet (Caretti et al., 2009).

Il termine ‘Internet Addiction’ venne proposto da Ivan Goldberg (1995), che suggerì come criteri diagnostici quelli della dipendenza da altre sostanze ovvero un uso maladattivo di internet e disagio clinicamente significativo.

Questo uso eccessivo si traduce in sintomi cognitivi e comportamentali, tra cui la perdita di controllo, la compromissione dei processi decisionali, l’alterazione del tono dell’umore e conseguenti disturbi nell’area sociale e lavorativa.

La dipendenza da Internet risulta frequentemente associata ad altri disturbi mentali, tra cui depressione e ansia sociale e a seconda dell’oggetto o dell’attività verso cui si struttura, il disturbo può assumere diverse forme:

  • Cybersex addiction: dipendenza da sesso virtuale
  • Cyber relational addiction: tendenza ad instaurare rapporti d’amicizia con persone conosciute on-line
  • Information overload (sovraccarico cognitivo): bisogno eccessivo di reperire notizie, aggiornamenti, ricerche su internet
  • Computer addiction: giochi interattivi virtuali in cui i partecipanti interagiscono tra di loro 
  • Net gaming o net compulsion: dipendenza dai giochi in rete, compreso il gioco d’azzardo patologico, i videogame e lo shopping compulsivo

Sintomi 

La IAD presenta segni e sintomi paragonabili al gioco d’azzardo patologico, in quanto comporta la perdita di controllo senza implicare un’intossicazione da sostanza.

  • Modificazioni psicologiche: se viene impedito di usare internet diventano irritabili, ansiosi, tristi e con pensieri ossessivi su cosa accade on-line.
  • Negazione del problema: non si rendono conto delle ore trascorse davanti allo schermo, tendono ad alterarsi facilmente con chi li disturba e continuano a utilizzare Internet nonostante la consapevolezza di problemi fisici, sociali, lavorativi o psicologici
  • Problemi fisici: stanchezza cronica, ridotta efficienza del sistema immunitario, alterazioni dell’appetito, cefalea, alterazioni della vista, comparsa di problemi ortopedici, come mal di schiena e la sindrome del tunnel carpale, crisi epilettiche per l’incessante stimolazione visiva del pc.
  • Conseguenze familiari: sono trascurate le relazioni personali, familiari o professionali.
  • Problemi lavorativi e sociali: riduzione di interesse per altre attività che non siano Internet e riduzione progressiva del rendimento scolastico o lavorativo.
  • Problemi finanziari: nei casi in cui il soggetto partecipi ad aste, commercio virtuale o gioco d’azzardo on line. 

Terapia 

La Terapia Cognitivo Comportamentale (CBT) risulta efficace per il trattamento della Dipendenza da Internet.

L’obiettivo principale è la modificazione del comportamento per un uso sano di internet. Il programma di trattamento richiede che la persona sia pronta ad ammettere la dipendenza, ovvero che riconosca il problema.

Successivamente, si può lavorare sulla Ristrutturazione Cognitiva dei pensieri disadattivi che causano i comportamenti compulsivi su Internet.

Infine, sono identificati i fattori personali, situazionali, sociali e psichici che possono essere associati allo sviluppo della dipendenza. 

Oltre agli interventi di cura è importante agire anche nell’ambito della prevenzione, con interventi psico-pedagogici ben strutturati, in modo tale che la persona possa crescere con le adeguate competenze culturali e tecnologiche per vivere nell’era digitale, senza cadere nell’uso problematico di questi strumenti.