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In questa sezione è possibile trovare informazioni sul piano di intervento e sui modelli teorici, mentre nei sottomenu è possibile trovare dettagli specifici per i disturbi più comuni.

Il piano di intervento prevede varie fasi:

  1. Primo colloquio (consultazione): è finalizzato alla conoscenza reciproca tra paziente e terapeuta e alla identificazione del focus del percorso psicologico (motivo del colloquio). 
  2. Secondo colloquio: solo se il paziente si sentirà accolto nella fase di consultazione verrà definito un secondo colloquio in cui si lavorerà insieme alla definizione del progetto di intervento.
  3. Intervento: Il paziente sarà guidato a ricostruire la propria storia di vita e a contestualizzare al suo interno i singoli eventi esperenziali portati di volta in volta in seduta.

Modelli teorici di riferimento

Psicoterapia cognitivo-neuropsicologica (PCN). La psicoterapia cognitivo-neuropsicologica si occupa della sofferenza di ciascun paziente considerato come un “Individuo” i cui modi esperienziali (compresi quelli patologici) sono sempre mediati dalla propria ed unica storia di vita. Compito del terapeuta é capire il senso del racconto del paziente, con specifico riferimento all’esordio della sofferenza ed alle sue modalità di riconfigurarla narrativamente. Per raggiungere questo obiettivo è necessario contestualizzare il testo, cioè il racconto del paziente rispetto ad un evento che viene portato in seduta.

Il testo riferito ad un certo periodo di vita è comprensibile solo alla luce dello spazio di esperienza che lo precede, il suo passato, e all’orizzonte d’attesa che lo caratterizza, il suo futuro.

Terapia cognitivo-comportamentale (CBT). La terapia cognitivo comportamentale rappresenta uno strumento concreto per aiutare le persona a superare difficoltà emotive, comportamentali e relazionali. È una terapia focalizzata sul problema e orientata all’azione che si concentra sulla relazione tra i pensieri, le emozioni e i comportamenti. Si rivela particolarmente efficace per il trattamento dei disturbi dell’umore e d’ansia. L’obiettivo è identificare i modelli di pensiero che portano a sentirsi infelici e insoddisfatti e ad attuare comportamenti meno efficaci (cioè ritiro ed evitamento) che possono interferire con la vita quotidiana. Affrontando questi modelli, è possibile sviluppare modi di pensiero più costruttivi che portano ad approcci più sani e più flessibili per risolvere i problemi. I risultati sono un maggior controllo sulla propria vita e l’acquisizione di strumenti e strategie specifici da utilizzare per fronteggiare periodi stressanti. 

Foto di Pete da Pixabay